Mobilizzazione vertebrale
La terapia viene eseguita esclusivamente dopo aver effettuato tutti gli esami necessari sul paziente allo scopo di stabilire i benefici che potrà trarre dal trattamento e conoscere preventivamente le controindicazioni a cui potrebbe andare incontro. Queste potranno considerarsi pressoché trascurabili se la terapia è effettuata da, o sotto la supervisione del medico, il quale sarà l’unico in grado di stabilire se è possibile o meno compiere ogni tipo di manipolazione.
Oltre che in caso di problemi posturali, la mobilizzazione viene effettuata per svariate condizioni limitanti il movimento, come ad esempio casi di immobilità forzata e bassa elasticità muscolare. Inoltre è molto utile per risolvere problemi causati da infiammazioni e spasmi muscolari, oppure scaturiti conseguentemente ad un intervento chirurgico.
Esistono diversi tipi di azioni finalizzate alla risoluzione di tali disturbi articolari. La mobilizzazione si classifica in tre tipologie principali.
Mobilizzazione passiva, che viene effettuata nel distretto interessato attraverso movimenti brevi, rapidi e ripetuti per azione esclusiva di polsi e dita del fisioterapista con lo scopo di vincere la resistenza dell’articolazione colpita dal problema.
Mobilizzazione attiva, che consiste in esercizi svolti direttamente dal paziente, talvolta liberamente ed altre volte mediante l’ausilio di pesi o elastici.
Si può poi effettuare anche un connubio dei due metodi costituito appunto dall’azione combinata di fisioterapista e paziente; questo tipo di terapia è detta mobilizzazione attiva-assistita.
Il maggior numero di disturbi interessa spalle, gambe, braccia e spina dorsale.
La spalla ha uno spettro di mobilità molto ampio, dunque i tempi di recupero in seguito all’attuazione della mobilizzazione possono variare notevolmente; il suo trattamento viene eseguito in gran parte con attività di mobilizzazione attiva-assistita. Nel braccio la zona articolare più importante per eseguire la maggior parte dei movimenti è il gomito; per lo più le manipolazioni si effettuano in maniera passiva.
Per quanto riguarda la gamba, le articolazioni principali si trovano nell’anca, nel ginocchio e nella caviglia. Per tutte le sedi appena citate si effettua la mobilizzazione passiva. È comunque altamente consigliabile affiancare degli esercizi a quest’ultima per ottenere il massimo recupero del movimento; in particolare ciò risulta necessario per l’anca: occorrono esercizi giornalieri di allungamento per scongiurare una possibile rigidità futura nella flessione.
La mobilizzazione della colonna vertebrale può essere effettuata nelle zone cervicale, dorsale e lombare.
Rispetto alle vertebre in particolare, si effettuano movimenti di rotazione, flessione, lateroflessione e stiramento. Nel caso in cui la colonna vertebrale sia affetta da particolari patologie o presenti lesioni, il trattamento non cura il disturbo, ma allevia il dolore favorendo la mobilità del paziente. Tale beneficio si verifica principalmente perché, riposizionando la vertebra nel sito corretto, essa non ostacola più la circolazione sanguigna e linfatica comprimendo i nervi ad essa collegati. Il trattamento inoltre favorisce la produzione di sinovia, il liquido contenuto nella membrana che riveste ciascuna articolazione del corpo per agevolarne lo scorrimento.