Esame MOC: cos’è e quando farlo

L’acronimo MOC indica un esame specifico, la Mineralometria Ossea Computerizzata, o più comunemente conosciuto come densitometria ossea. É un particolare esame radiologico che consente di determinare la densità minerale dell’osso e può essere eseguito sia a livello del femore, che della colonna vertebrale o lombare, oppure analizzando tutto il corpo.

Questo esame permette di valutare in modo dettagliato la salute delle ossa, ed è particolarmente utile in caso di osteoporosi. Il costo è molto variabile, dipende ad esempio sia dal tipo di struttura che dall’apparecchio utilizzato, e comprende indicativamente un intervallo dai 60 ai 250 euro.

L’esame richiede, infatti, l’uso di una moderna apparecchiatura in grado di rilevare la densità ossea, così che il medico specialista possa prescrivere il trattamento più indicato per proteggere la salute della ossa in caso di osteoporosi. Viene, quindi, di solito indicato alle donne in menopausa, poiché sono tra quei soggetti maggiormente a rischio di demineralizzazione ossea, così da intervenire in modo rapido in caso di comparsa di questa patologia.

A cosa serve la MOC e quando effettuarla

Come abbiamo accennato la MOC è un esame utile nello specifico per misurare la densità e la massa ossea, così da diagnosticare l’osteoporosi. L’osteoporosi è una malattia che colpisce lo scheletro e si caratterizza per un’alterazione, più o meno importante, delle ossa, che comporta l’aumento del rischio di frattura. L’osteoporosi può essere:

  • primitiva: quando si presenta naturalmente a causa, ad esempio, della menopausa;
  • secondaria: quando è causata da altri fattori come l’assunzione di farmaci o altre patologie.

Secondo le ultime statistiche questo problema colpisce nel nostro paese circa 3,5 milioni di donne e 1 milione di uomini, ma questi dati sono destinati ad aumentare a causa dell’invecchiamento progressivo della popolazione italiana.

In passato l’osteoporosi poteva essere scoperta solo troppo tardi, di solito dopo la frattura di un osso, cioè quando ormai le ossa erano troppo fragili ed era difficile riuscire ad ottenere un sostanziale recupero.

Grazie alla MOC ora invece è possibile effettuare una valutazione accurata del rischio di frattura, attraverso dei moderni raggi X in grado di misurare i grammi di calcio e di altri minerali ossei presenti in un determinato segmento osseo.

Le ossa che di solito vengono maggiormente analizzate sono la colonna vertebrale, l’anca e l’avambraccio e la popolazione maggiormente interessata è quella delle donne tra i 50 e gli 80 anni, tra i soggetti più colpiti da fratture ossee spontanee e fragilità scheletrica, ma anche gli uomini over 60 a cui siano stati accertati dei fattori di rischio per lo sviluppo di osteoporosi.

La MOC può però anche essere prescritta a tutti quei soggetti, al di là del genere e dell’età, nel caso in cui lo specialista sospetti una possibile osteoporosi, magari per motivi genetici o come conseguenza secondaria di altre malattie o terapie croniche. La MOC si esegue tramite la DEXA (Dual Energy X-ray Absorptiometry), una tecnica a doppio raggio X.

Questa tecnologia è in grado di misurare la densità minerale nelle ossa sia in una zona specifica, come la colonna vertebrale o il femore, sia in generale in tutto il corpo. Lo strumento procede in modo automatico, indicando la Bone Mineral Density (BMD), cioè la densità minerale in grammi per centimetro quadrato. Questo valore viene espresso attraverso due parametri: il T-score e lo Z-score.

Il primo è la deviazione standard di densità ossea che il soggetto sottoposto all’esame MOC ha rispetto a un campione di riferimento di giovani donne bianche tra i 25 e 30 anni. Secondo quanto espresso dall’OMS: un T-score superiore a -1 deviazioni standard corrisponde a una situazione di normalità; un T-score in un intervallo tra a -1 e -2.5 deviazioni standard individua un’osteopenia; mentre un T-score al di sotto di -2.5 deviazioni standard indica la presenza di osteoporosi, con un conseguente rischio maggiore di fratture spontanee.

Lo Z-score è simile al T-score ma prende come riferimento una popolazione analoga per sesso, età ed etnia. In questo caso il valore di riferimento dello Z-score per definire una condizione di fragilità scheletrica è -2.0 deviazioni standard. Il medico prescrive il test di densitometria ossea se ritiene necessario:

  • individuare delle riduzioni della densità ossea per prevenire eventuali fratture;
  • confermare una possibile diagnosi di osteoporosi;
  • monitorare nel tempo il trattamento dell’osteoporosi.

Di solito è un tipo di esame che non viene mai richiesto con carattere d’urgenza, ma che permette di valutare in modo quantitativo la densità ossea, un parametro che può variare molto tempo e che è necessario monitorare per individuare un eventualmente miglioramento o peggioramento della salute delle ossa.

Come si svolge la MOC

La MOC è un esame indolore e si svolge in modo molto semplice e rapido; infatti non è necessario effettuare una particolare preparazione nei giorni o nelle ore precedenti e dura circa 3 minuti. Il paziente viene fatto sdraiare su un lettino affinché lo strumento da cui sono emessi i raggi X possa rilevare, attraverso un braccio mobile che scorre lungo il corpo, le aree scheletriche da analizzare.

Una volta ottenuti i risultati sarà compito dello specialista indicare un calendario di monitoraggio (che di solito prevede una serie di appuntamenti a distanza di 18-24 mesi) così da stimare la densità ossea nel corso del tempo e individuare eventuali cambiamenti, sia che si tratti di un miglioramento dovuto a trattamenti anti-osteoporotici, che di un possibile peggioramento così da evitare eventuali fratture ossee.

I vantaggi della MOC

La MOC è un esame che permette di individuare la densità minerale dell’osso in modo non invasivo, senza dolore e senza che vi sia necessità di particolari preparazioni o di anestesia.

La tecnologia utilizzata ad oggi prevede un livello molto basso di radiazioni, perfino più basso di quelle emesse durante le comuni radiografie, ciò significa che non è particolarmente dannoso per la salute del paziente e che l’operatore che supervisiona l’esame può anche restare nella stessa stanza durante la sua esecuzione, infatti gli unici accorgimenti da riportare sono solo in caso di gravidanza. Inoltre questo esame comporta altri vantaggi, come:

  • accuratezza: è ad oggi il metodo più accurato per diagnosticare l’osteoporosi ed è considerato molto utile per individuare un possibile rischio di frattura;
  • accessibilità: i dispositivi per la MOC sono ormai ampiamente diffusi su tutto il territorio, quindi questo esame è facilmente disponibile per tutti.

L’esame MOC svolge quindi un ruolo fondamentale per diagnosticare l’osteoporosi e per facilitare il lavoro dello specialista che deve individuare tutte le azioni necessarie per evitare possibili fratture.

I risultati di questo esame possono inoltre essere approfonditi grazie ad alcuni strumenti come la densitometria ossea con TBS (Trabecular Bone Score). Questo paramento è stato incluso solo di recente, e consente di misurare la microarchitettura dell’osso, di solito molto basso nei pazienti con osteoporosi secondaria, cioè dovuta a patologie o terapie croniche.

Inoltre è possibile integrare il quadro diagnostico attraverso radiografie delle colonna vertebrale e morfometria vertebrale, così da individuare possibili deformità causate da questa patologia. Affinché il trattamento per l’osteoporosi abbia effetto è però fondamentale che il paziente conduca uno stile di vista sano, con un’alimentazione ricca di calcio e vitamina D e svolga attività fisica moderata, così da prevenire o rallentare i danni causati dall’osteoporosi.

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